Il via all’esecutivo Gialloblu. Il Governo cambia colore e ottiene la fiducia al Senato, ora tocca alla Camera.
Si chiude con 171 sì, 117 no e 25 astenuti la votazione per la fiducia da Palazzo Madama. E dopo il Senato, tocca a Montecitorio, dove l’esecutivo potrà contare – salvo la presenza di franchi tiratori – sul sì di almeno 346 deputati (222 del M5s e 124 della Lega). Ma le polemiche non tardano a mancare. Il nuovo Governo fa discutere prima ancora di iniziare il mandato. Pentaleghista, legastellato, gialloverde e ora gialloblu.
È il leader della Lega, neo Ministro dell’Interno e vicepresidente del Consiglio ad annunciare il cambio di colore del nuovo esecutivo direttamente con un post su Twitter
Confesso, emozionato e felice. #governoLega5S #governogialloblu pic.twitter.com/c6RvUWozAj
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 1 giugno 2018
per poi replicarsi il 5 giugno scorso
Qui Senato, bella squadra, operativi!
Finalmente un governo che ha in testa alla sua agenda i temi delle tasse, del lavoro e dell’immigrazione.#governogialloblu pic.twitter.com/YBNu4DIprM— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 5 giugno 2018
In questi mesi l’ex partito della Padania ha infatti cambiato volto e mission (e colore!): dalla scomparsa della parola “Nord” per vincere la sfida del Sud, ad un tono decisamente più popolare – o populista, come sostiene il segretario reggente del PD Maurizio Martina. Dietro le quinte, nascosto nell’ombra, a muovere i fili, Luca Morisi, 41 anni, mantovano. Guru di Internet e curatore dell’immagine o, come egli stesso si definisce sul suo profilo LinkedIn “digital philosopher” e “social-megafono” per il Matteo giusto.
La Lega, grazie alle direttive del Social Media Strategist, si dipinge così di blu. Scelta cromatica perfetta, dal momento che è la tonalità che, tra tutte, spiegano gli esperti, è indice di sicurezza, affidabilità, serenità. Non a caso è il colore dei Social (Facebook, Twitter, Tumblr, per citarne alcuni) e quindi della comunicazione digitale. La squadra blu scende in campo epurata e svecchiata dalla reggenza Bossi e Matteo Salvini, indossata la fascia da capitano, è ora pronto a innalzare al cielo la coppa più importante di tutte, quella della vittoria.
Ma lo sappiamo tutti: non è l’abito che fa il monaco! Il cambio di colore fa discutere, attestandosi tra i trending topic (tendenze) del giorno. E il giornalista Lorenzo Ferrari su “Il Post” non tarda a replicare: “Magari avessimo un governo giallo-verde”, suggerendo che dietro quest’aria primaverile, di cambiamento, di freschezza, si nasconda in realtà “il Governo più nero della storia della Repubblica e il più nero d’Europa“. Al Parlamento europeo, la Lega si accompagna infatti a “Europa delle Nazioni e delle libertà” di Marine Le Pen; mentre il M5S a “Europa delle Libertà e della Democrazia diretta” di Nigel Farage, rispettivamente estrema destra francese e tedesca.
Una scelta tutt’altro che popolare,insomma, e che di democratico sembra avere ben poco. Nero, giallo o blu ormai non ci interessa granché. Il vento del cambiamento soffia alle nostre porte, non ci resta che accoglierlo e sperare che stavolta, almeno, sia quella giusta.
Elisa Iacovo