L’Italia: il paese più “simpatico” del mondo

Se c’è una regola basilare nel tentativo di approccio ad una ragazza, è sicuramente quella di non esordire complimentandosi per la sua simpatia. Non perchè sia negativo, anzi, ma se tra tutte le sue infinite qualità fisiche e mentali tu hai individuato solo quella di saper far ridere le persone, il complimento perde della sua valenza e si tramuta in un insulto velato.

L’Italia è dunque il paese più simpatico del mondo. Lo dicono i giornalisti con i loro articoli, lo rappresentano i registi con i loro film, lo dimostrano i politici con i loro governi. È il Paese che “colpisce i venditori di sigarette, ma premia i venditori di fumo” diceva Indro Montanelli, e questa affermazione sembra essere perfetta per descrivere la situazione di questo paese che, di anno in anno, ci fa ridere sempre di più.

Non voglio essere melodrammatico, amo la mia terra, non la sostituirei con nessun’altra al mondo, ma se oggi sono qui e prenderla un po’ per i fondelli è solo perchè so che ha un gran senso dell’umorismo. In effetti però, guardandoci indietro, possiamo vedere come il panorama politico degli ultimi anni non ci aiuti a rimanere seri nel discorso. Dal 2000 ad oggi, i Presidenti del Consiglio italiani che si sono passati il microfono (come in un vero spettacolo di stand up comedy) sono stati dieci, da Giuliano Amato a Giuseppe Conte, passando per Berlusconi, Prodi, Monti, Letta, Renzi e Gentiloni. Ognuno di questi ha fatto il proprio monologo, ognuno di questi ha calcato il proprio palcoscenico, ognuno di questi, per fortuna o purtroppo (questo lo lascio scegliere a voi), ha ricevuto fischi ed applausi ed ha lasciato la scena – metaforicamente parlando.

Attenzione però, come in tutti i migliori spettacoli, è il pubblico a pagare il biglietto ed è il pubblico a decidere se andarci o meno. Troppe volte ci si trincera dietro la figura del politico-cialtrone, ladro e farabutto, non rendendoci conto che, volenti o nolenti, loro stanno lì perchè noi ce li abbiamo mandati; anche se, negli ultimi anni in molti sono stati dubbiosi anche su questa ultima mia affermazione. A partire dal governo tecnico Monti, infatti, il meccanismo delle elezioni nel nostro paese si è inceppato, ha saltato qualche giro, generando una tale confusione da sfociare, solo qualche settimana fa, nel tentativo di impeachment nei confronti del Presidente della Repubblica Mattarella. Ma procediamo per gradi.

È il 16 Novembre 2011, Berlusconi ha rassegnato le sue dimissioni da quattro giorni dopo le polemiche riguardanti la crisi economica del Paese e Mario Monti diventa il nuovo Primo ministro italiano, scelto dall’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, come figura forte capace di affrontare la complicata situazione in cui l’Italia versava a livello finanziario. Una scelta obbligata, dettata dalla necessità di dialogare con l’UE e con la Germania, che durerà un solo anno, così come era stato preannunciato dallo stesso Monti subito dopo il suo insediamento.Risultati immagini per berlusconi monti letta renzi gentiloni

Nel 2013 a sostituirlo è Enrico Letta, pilastro della sinistra italiana, già ministro durante i governi D’Alema, Amato e Prodi, che passerà alla storia per essere stato messo in sfiducia proprio dal suo partito, o sarebbe meglio dire, dal segretario del suo partito, Matteo Renzi, l’ex sindaco di Firenze dall’aria sbarazzina che si era fatto strada nell’arena politica al grido di “Rottamiamoli”, indirizzato a tutti quei politici che da decenni lottavano per rimanere attaccati alle loro prestigiose poltrone. Un Matteo Renzi che diventerà il nuovo centro del dibattito politico e satirico italiano, molte volte paragonato a Berlusconi per le sue doti da showman, da comico (per rimanere in tema), e per la sua forte predisposizione a scandali e capitomboli che si riassumono perfettamente nella sconfitta del SI al “Referendum costituzionale Renzi-Boschi” del 4 dicembre 2016, data che segnerà la fine del governo guidato dal leader toscano e l’inizio del nuovo esecutivo Gentiloni.

Risultati immagini per di maio e grilloMa durante questi anni di profondi stravolgimenti e rocambolesche sostituzioni in corsa, si è andato formando un nuovo gruppo, giovane e coeso, critico verso l’operato delle forze politiche di rilievo, voce del popolo che si riunisce in piazza a protestare e fa dei social network l’arma più pericolosa; gruppo guidato – neanche a dirlo – da un comico, Beppe Grillo. Se non si fosse già capito, sto parlando del Movimento 5 Stelle. In pochi anni questo “partito politico” ha conquistato il cuore di moltissimi elettori, giovani principalmente ma non solo, dando spazio a nuovi volti della politica italiana tra cui Luigi Di Maio, trentunenne campano, poco avvezzo ai congiuntivi (si scherza) che in pochissimo tempo diventerà il leader del movimento e il volto del cambiamento politico italiano alle ultime elezioni di marzo.

Della situazione recente ne siamo al corrente tutti, chi più chi meno (per saperne di più leggi il nostro articolo) , un nuovo governo è nato – dopo la suspense generatasi negli ultimi giorni intorno alla figura di un Mattarella ingiusto e, per citare Buffon, “con un bidone dell’immondizia al posto del cuore“- Giuseppe Conte è il Presidente del Consiglio e i suoi due vicepresidenti sono Di Maio e Salvini (giuro che questa non è una battuta) e staremo a vedere ciò che il “governo del cambiamento” tanto sognato da M5S e Lega riuscirà a fare nei prossimi anni viste le numerose promesse fatte durante la campagna elettorale e la forte volontà di non tradire quel popolo tante volte chiamato in causa dalle due forze politiche come prima vittima del malgoverno.

Risultati immagini per stand up comedy audienceNoi intanto sediamo tra il pubblico, ci godiamo lo spettacolo con gli occhi lucidi e gli addominali che ci fanno male per le troppe risate, stringendoci scomodi su queste 60 milioni di sedie, sperando che, almeno questa volta, non si tratti solo di un’altra favolosa barzelletta.

Giorgio Muzzupappa

di Giorgio Muzzupappa

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