Una primavera di cultura: dietro le Quinte del Vittorio Emanuele con il FAI

Domenica 24 marzo 2019. Città di Messina. Teatro Vittorio Emanuele: protagonista della 27esima edizione delle giornate Fai, il Fondo per l’ambiente italiano. Si è potuto vedere tutto ciò che si cela dietro le quinte del teatro, inaugurato nel 1852, danneggiato dal terremoto del 1908, ricostruito e riaperto solo nel 1980. Come da norma è stata richiesta un’offerta libera, con un contributo suggerito a partire da 2 euro, per poter eseguire il tour.

Le visite guidate sono state eseguite a cura degli apprendisti ciceroni provenienti dai seguenti istituti: Liceo scientifico “G. Seguenza”; Liceo scientifico “Archimede”; Ist. d’Istr. Sup. “G. Minutoli”; I.I.S. ”G. La Farina-E. Basile”; Liceo ”E. Ainis”; Ist. Compr. n.14 ”San Francesco di Paola”; Ist. Compr. n.15 “E. Vittorini”; Ist. Compr. “E. Drago”; Ist. Compr. n.11 “A. Paino”; Ist. Compr. ”Pascoli-Crispi”; Istituto Comprensivo “Paradiso”.

Sara Virecci Fana, apprendista cicerona, frequentante il quarto anno dell’I.I.S. E. Basile ci illustra nel dettaglio come si snodava il giro turistico, quali argomenti trattava e come si sono divisi i ruoli all’interno dell’organizzazione:

 “Le visite guidate si sono svolte assegnando ad uno o più ciceroni un gruppo di visitatori. Le guide sono e siamo perlopiù ragazzi frequentanti elementari, medie e superiori, ed il percorso è stato differente per ciascuno. A seconda delle nostre capacità e competenze. Tutti abbiamo cominciato dall’esterno. Narrando la storia del teatro, descrivendo la facciata, la statua che campeggia sulla sommità dell’edificio e la struttura in maniera generale. I più piccoli, le elementari, hanno svolto i loro giri nei piani inferiori, partendo dall’atrio, dove è presente un’esposizione di abiti. In seguito passavano alla platea, dove illustravano la struttura interna, i palchetti e i vari ordini presenti. Il percorso che invece è stato destinato ai ragazzi delle medie e delle superiori, era il medesimo per la prima parte, ma, dopo aver descritto la platea e i piani dal primo al quinto, nei quali erano disposti costumi delle varie opere rappresentate a teatro (La sonnambula, Arlecchino, Il Don Giovanni e molti altri), si passava alla descrizione dell’affresco raffigurante la leggenda di Colapesce del pittore Guttuso. Il penultimo step era costituito dal sesto piano: la sala costumi. Qui vi è l’archivio degli abiti di scena del teatro: noi ragazzi del Basile, sezione moda, ci siamo occupati di descrivere gli abiti esposti e i particolari, dato che in precedenza abbiamo già svolto alternanza presso la sartoria dello stesso luogo, per ristrutturare gli abiti presenti nell’archivio e catalogarli. Continuando il percorso, i visitatori sono stati condotti nelle quinte, salendo poi nei tre ballatoi dove da lì si poteva assistere alla spiegazione del teatro vero e proprio, fino ad arrivare alla graticcia, una struttura a travi di legno o di metallo a ridosso del soffitto del teatro. La visita la si concludeva con l’illustrazione del sottopalco e della fossa orchestrale. Tutto il percorso è stato accompagnato, oltre che dalla descrizione architettonica, dalla spiegazione storica del teatro.”

Messina, ancora una volta, si registra tra quelle in cima per numero di visitatori. Un’iniziativa con cadenza annua che ogni anno ci fa riscoprire pezzi nascosti della nostra meravigliosa terra.

 

Gabriella Parasiliti Collazzo

 

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