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Cannabidiolo, possibile effetto protettivo contro il Covid

Recenti articoli hanno mostrato un possibile effetto di protezione da parte del Cannabidiolo contro il Corona Virus.
Ad un anno e mezzo dalla pandemia, grazie all’importante campagna vaccinale, la curva dei contagi sta finalmente scendendo.
Tuttavia, parallelamente allo sviluppo dei vaccini, la ricerca non si è fermata di studiare potenziali farmaci in grado di curare il Covid-19.

 

Cos’è il cannabidiolo?

In che modo combatte il Covid?

Serendipità

Conclusioni

Cos’è il cannabidiolo?

Il Cannabidiolo è uno dei metaboliti della Cannabis Sativa, pianta nota per il suo uso ricreativo, dati i suoi effetti psicotropi.

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Tuttavia, il responsabile degli effetti psicotropi, è principalmente il THC (tetraidrocannabinolo), un metabolita che, agendo sui recettori CB1 e CB2, è in grado di modulare la captazione di diversi neurotrasmettitori (come glutammato e dopamina), oltre ad agire sui recettori μ1 del sistema endorfinergico, modulando gli stimoli dolorosi.

Il Cannabidiolo (CBD) agisce invece, legandosi come agonista per i recettori della Serotonina 5-HT1a e come antagonista dei recettori GPR55 e dei recettori vanilloidi TRPV1 e TRPV2. Modula inoltre i recettori CB1, CB2 e oppioidi.

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Queste sue proprietà hanno permesso che la farmacologia si interessasse alla Cannabis Sativa dimostrando che il Cannabidiolo ha effetti rilassanti, anticonvulsivanti, antidistonici, antiossidanti, antinfiammatori, favorisce il sonno ed è distensivo contro ansia e panico. Inoltre, si è rivelata in grado di ridurre la pressione endooculare, è un promettente antipsicotico atipico ed è utile nel trattamento del dolore neuropaticoProprio per questo in diversi Paesi è stato liberalizzato l’uso della Cannabis a basso contenuto di THC (che ha l’effetto psicoattivo), ma che presentano comunque livelli normali di CBD.

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In che modo combatte il Covid?

Visto l’avanzare della ricerca sul CBD, in uno studio su Pubmed (ancora da verificare), si è notato che in una coorte di pazienti umani ,che in precedenza avevano assunto CBD, l’incidenza di infezione da SARS-CoV-2  era significativamente inferiore, fino a un ordine di grandezza, rispetto alle coppie abbinate o alla popolazione generale.
È emerso che il CBD induce l’espressione dell’interferone e aumenta la sua via di segnalazione antivirale, inibendo la replicazione del SARS-CoV-2. Questo avviene, probabilmente, grazie al suo legame con il recettore CB2, espresso quasi esclusivamente sulle cellule T del sistema immunitario, con più alta densità a livello della milza. La stimolazione dei recettori CB2 sembra infatti essere responsabile principalmente della azione anti-infiammatoria e immunomodulatrice dei cannabinoidi.

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In un altro studio, è emerso che gli estratti di C. Sativa ad alto contenuto di CBD, possano essere utilizzati per ridurre l’espressione di ACE2, enzima attraverso il quale il SARS-CoV-2 entra nelle cellule umane.

Un’ulteriore ricerca ha dimostrato l’efficacia del CBD contro le malattie dell’apparato respiratorio e le sue proprietà cardioprotettive, nefroprotettive, epatoprotettive, oltre ad una concomitante riduzione delle molecole attraverso cui il SARS-CoV-2 entra nell’organismo umano.

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Questi dati suggeriscono quindi un nuovo effetto del Cannabidiolo, suggerendone una sua aggiunta (add-on) alla tradizionale terapia per i malati di Covid19.

Serendipità

La scoperta del potere protettivo del CBD nei confronti del Covid19, è avvenuta osservando una coorte di persone che si infettavano di meno assumendo il CBD (per altri motivi legati alle altre proprietà farmacologiche dello stesso).
Questa modalità di scoperta prende è nota come Serendipità.
Il termine serendipità indica l’occasione di fare felici scoperte per puro caso e anche, il trovare una cosa non cercata e imprevista mentre se ne stava cercando un’altra. Horace Walpole, nel XVIII secolo, coniò il termine in inglese (serendipity), che rientra pertanto nel novero delle parole d’autore.

Diverse sono le scoperte avvenute “per caso”:

Conclusioni

Il nuovo effetto del CBD fa vedere come le diverse scoperte scientifiche siano tra loro concatenate.
Una scoperta apparentemente poco utile può portare a scoperte sensazionali, grazie ad una sorta di effetto domino o a volte, alla mera fortuna, portando l’umanità sempre più lontano e verso una migliore qualità di vita.

Proprio per questo gli Stati dovrebbero investire di più nella scienza, e noi cittadini in primis dovremmo chiedere maggiori fondi destinati alla ricerca, affinché scoperte di questo genere possano essere sempre più, all’ordine del giorno.

 

                                                                                                                                                                  Roberto Palazzolo

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