In Turchia, i cittadini sono stati chiamati a votare il Presidente della Repubblica e il Parlamento.
Chi sono gli sfidanti?
Erdoğan: ha guidato il Paese dal 2003 a oggi, ha vinto 10 elezioni parlamentari e 2 presidenziali. La coalizione che lo supporta prende il nome di “Alleanza Popolare”. Oltre al “Partito della Giustizia e Sviluppo” fondato da lui stesso nel 2001, comprende altri tre partiti: “Movimento Nazionalista”, “Partito della Grande Unità” e “Partito della Nuova Presidenza”.
Kemal Kiliçdaroğlu: ritenuto il principale sfidante di Erdoğan. Dal 2010 è a capo del Partito Popolare Repubblicano. Sostenuto da una coalizione di sei partiti di opposizione: di sinistra, centro destra, nazionalisti e islamisti. La coalizione è chiamata “Alleanza Nazionale” o “Tavolo dei sei”.
I media lo hanno soprannominato il “Gandhi turco”, per il suo stile politico ma soprattutto per una protesta pacifica svoltasi nel 2017: la “Marcia della Giustizia”.
Insieme ai suoi sostenitori, ha percorso 450 km a piedi e scalzo per raggiungere la prigione di Istanbul, mostrando vicinanza a un deputato del partito socialdemocratico accusato di spionaggio.
Stiamo affrontando un regime dittatoriale. Non vogliamo vivere in un Paese in cui non c’è giustizia. Quando è troppo è troppo
Il terzo candidato è Sinan Oğan. La sua coalizione denominata “Alleanza Ancestrale” è formata dal Partito della Vittoria, di posizioni ultranazionaliste e dal Partito della Giustizia.
Muharrem Ince ha fondato il “Partito della Patria” nel 2021. A pochi giorni dalle elezioni ritira la sua candidatura, per favorire Kiliçdaroğlu. Il reale motivo potrebbe essere un ricatto con video hard.
Programma elettorale di Kiliçdaroğlu
Uno dei punti principali è quello di voler riportare la Turchia ad essere una repubblica parlamentare. Ha altresì promesso la libertà ai prigionieri politici ingiustamente detenuti e prevede di tutelare i diritti civili. Vuole inoltre porre fine all’Erdoganomics – strategia attuata da Erdoğan, secondo cui tassi di interesse bassi conterrebbero l’inflazione.
Perché la vittoria di Erdoğan non è così scontata?
Durante il suo mandato ha abolito il sistema parlamentare, cosicché il potere fosse incentrato nelle mani del presidente, ottenendo così controllo su stampa e magistratura. Ha usato il suo potere per colpire gli oppositori politici e minoranze etniche. Ma ci sono stati altri eventi che hanno portato il Presidente a perdere punti.
Il terremoto in Turchia, per dirne una, avvenuto il 6 febbraio; è stato criticato per la gestione dei soccorsi.
In merito alle accuse rivolte a Erdoğan circa il terremoto, Kiliçdaroğlu risponde così:
Se c’è un persona responsabile per questo, è Erdoğan, in 20 anni non si è preparato per un terremoto
L’inflazione: in Turchia arrivata all’85%, ha fatto sì che la lira turca perdesse l’80% del suo valore.
In caso di vittoria, Erdoğan ha annunciato che aumenterà gli stipendi dei dipendenti pubblici del 45%, istituirà una pensione statale per le casalinghe e garantirà un mese di bollette gratis.
Come si vota in Turchia?
Possono votare tutti i cittadini turchi aventi 18 anni d’età, anche i cittadini turchi residenti all’estero possono esprimere la propria preferenza.
Il sistema elettorale è di tipo maggioritario a doppio turno (fino al 2007 era eletto dal Parlamento), ciò significa che: se al primo turno nessun candidato ottiene il 50% + 1 dei voti, si terrà un ballottaggio tra i due più votati.
Risultati truccati?
L’opposizione ha accusato l’agenzia di stampa Anadolu di aver truccato i risultati, facendo apparire Erdoğan in testa. Entrambi i candidati convinti di essere in vantaggio, hanno contestato i risultati annunciati dall’avversario.
La replica di Erdoğan:
Tentare di annunciare i risultati in modo avventato significa usurpare la volontà nazionale
Erdoğan e Kiliçdaroğlu hanno ricevuto rispettivamente 49.86 % e 44.38% delle preferenze, andando così al ballottaggio, che si terrà il 28 maggio.
Gabriella Pino