Erasmus a Bratislava: breve racconto di un’aspirante farmacista nell’est Europa

BRATISLAVA-2Il giorno in cui mi sono ritrovata in aeroporto ero ricoperta da 4 strati di abiti, trascinavo una valigia che conteneva 20 kg di niente (in confronto a ciò di cui avevo realmente bisogno) e c’era una bufera di neve in atto. In quel preciso momento ho pensato: “voglio tornare a casa!”.

È incredibile come, da un giorno all’altro, stai veramente andando via di casa per quelli che saranno, potenzialmente, i mesi più belli della propria esperienza universitaria.

 

La mia esperienza Erasmus è durata sei mesi, ho iniziato a febbraio e terminato nel mese di luglio.

L’ università che ho scelto è stata la Comenius University di Bratislava, capitale della Slovacchia. Inizialmente non avevo nessuna idea riguardo quest’ università, questa città e questo stato, avevo solo voglia di fare un’esperienza diversa dalla solita e tanto richiesta Spagna. Mi sentivo una specie di pioniera! E, del resto, volevo vivere realtà diverse dallo stile mediterraneo e di seguire le lezioni in Inglese dato che l’intero corso di studi si svolgeva nella lingua che desideravo di più, in primis, migliorare. E poi, parliamoci chiaro, fu un ottimo diversivo per i miei genitori che non erano tanto entusiasti del connubio Erasmus- Spagna.

E, quindi, eccola la, una studentessa al 4° anno di Farmacia pronta a farsi largo nell’est Europa.

 

Certo, inizialmente, vi dicevo, fu più un farsi largo nella neve e arrivare il più in fretta possibile all’ostello che avevo prenotato. Chiaramente era solo una sistemazione temporanea, pertanto, già dal giorno successivo, dovetti iniziare a cercare un alloggio.

La coordinatrice Erasmus dell’università ospitante, prima di arrivare a Bratislava, mi aveva inviato i contatti per diversi dormitori ospitanti migliaia di studenti Erasmus come me. I più richiesti ed i più economici. Infatti tutti gli studenti, Erasmus e non, vivevano in questi enormi dormitori che magicamente trasformavano dei semplici ragazzi intimoriti dall’ idea di condividere bagno cucina e intimità, in una grande e fantastica famiglia da cui non ti saresti mai più voluto separare. Tutte le perplessità le paure e i pregiudizi sparivano nel giro di una settimana.

Piano piano la situazione cominciava a farsi più rosea (e meno nevosa) e la voglia di tornare a casa fu solo un pensiero passato dalla mia testa per caso.

 

Dopo circa una settimana, ricominciai la vita universitaria e conobbi quella che sarebbe stata la mia nuova università per i successivi mesi.

La Comenius University è la più grande università della Slovacchia e fra le 500 migliori università del mondo, i corsi si svolgevano in lingua inglese sia per noi studenti Erasmus, che per tutti coloro che volessero sostenerli in inglese piuttosto che in slovacco. I professori avevano tutti un ottimo inglese ed inoltre, per agevolare gli studenti che per la prima volta si trovavano ad affrontare dei corsi universitari in questa lingua, c’erano a disposizione dei corsi specifici per iniziarti al linguaggio inglese scientifico. I professori erano tutti disponibilissimi ad aiutarmi e a darmi tutto il materiale necessario per lo studio delle materie; le lezioni si svolgevano sia durante la mattina che durante il pomeriggio. L’orario delle lezioni era abbastanza pesante, devo essere sincera con i futuri Erasmusiani, in quanto alcune di esse iniziavano alle 7:30 del mattino e terminavano, alle volte, alle 18:00, inoltre i professori esigevano estrema puntualità e costanza poiché le lezioni erano obbligatorie con una frequenza del 100%. Mi dovetti abituare, quindi, ad una routine abbastanza lontana dalla nostra e non fu di certo una passeggiata.

Dall’altro canto, così come esigevano da noi tale serietà, anche da parte loro non è mai assolutamente mancata. L’organizzazione universitaria è ottima e a qualsiasi richiesta di aiuto c’era sempre qualcuno che non esitava a dartelo. I professori erano sempre disponibili nell’ arco di 5 minuti a rispondere alle mail inviategli. Gli esami erano concomitanti alle lezioni, per cui venivano fatti dei cosiddetti “pre-test” atti ad agevolare gli studenti per rimanere sempre al passo con la materia e testare la preparazione e l’efficacia delle lezioni. Dopodiché, a fine semestre, si sono svolti gli esami finali veri e propri, alcuni erano a crocette ed altri a risposta aperta, nessun esame orale. Devo dire che questo metodo è stato più che efficace perché, studiando a pari passo con le lezioni, non si richiedevano settimane e settimane di studio. Vorrei anche sfatare il mito “tanto in Erasmus non si studia” perché, per quanto riguarda la mia esperienza, anche se la preparazione ad un esame non richiedeva tanto tempo, bisognava studiare giorno per giorno con costanza dal momento che venivano fatti un giorno si ed un giorno no i pre-test.  

Comunque, condividevo questa disillusione, data dalla caduta di questo mito, con i miei colleghi, per lo più Greci ma anche di tante altre nazionalità, con il quale si è creato un rapporto solido e una complicità rincuorante ed inaspettata.

 

Al di fuori della vita universitaria andava conformandosi, ovviamente, la vita della studentessa in Erasmus: e che vita! Tra posti da visitare, amicizie che si andavano consolidando e prezzi veramente alla portata di un qualsiasi studente disoccupato; i giorni sono volati. Chiaramente la città offriva dal centro commerciale con qualsiasi tipo di negozio dentro, alla discoteca con il prezzo d’ingresso ridicolo (rispetto al nostro standard), al pub tranquillo per un po’ di relax. E se ti seccavi potevi decidere nel giro di un’ora di andare a visitare una capitale europea a tua scelta: Praga, Vienna e altre. Distanze minime e prezzi low cost.

Più passavano i giorni e più mi rendevo conto di avere due nuove famiglie estere, sia all’università che fuori, che rimarranno per sempre nel mio cuore.

 

Una volta finita l’esperienza, tornata qui, l’idillio è andato scemando e sono cominciate (o ri-cominciate?) le peripezie e si sono ripresentati tutti quegli stress che la nostra università porta, tanto che solo a metà gennaio mi sono state convalidate le materie (ed io sono tornata a luglio!!).

L’ università di Messina mi ha offerto una borsa di studio di 230€ mensili rimborsati, una prima parte nel mese di maggio e una seconda nel mese di dicembre.

Tirando le somme, un consiglio che vorrei dare ai futuri studenti Erasmus, miei colleghi in Farmacia o meno, a Bratislava è: andate e divertitevi, godetevi l’entusiasmante vita universitaria e godete della prestigiosa posizione al centro dell’Europa che la città offre perchè un ottimo punto di partenza per visitare bellissime capitali europee.

E poi, verso aprile, sarete ben contenti di sostituire i paraorecchie con il costume da bagno ed andare a prendere il sole in riva ai bellissimi laghi slovacchi.

Giulia Loiacono

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