Mio caro Sud

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È arrivato il momento.

Il momento di scriverti, di spiegarti perché ti ho lasciato.

Lo so, lo so, non ti ho nemmeno salutato per come si deve ma, sappi, che a Natale torno: ho comprato i biglietti qualche settimana fa e li custodisco gelosamente nel cassetto del comodino.

 

In aeroporto, con quella grossa valigia in mano, non avrei mai pensato che potessi mancarmi, anzi, mi entusiasmava poter scappare altrove.

Ed i primi giorni fui travolta dalla frenesia, dall’emozione di scoprire una nuova realtà.

Poi bastò un attimo: mi fermai al centro della piazza (come per capire dove io fossi davvero) e chiusi gli occhi: la salsedine…riuscii ad assaporarla; fra le dita scivolarono quasi invisibili i granelli di sabbia; poi la leggera brezza marina che nelle sere estive accarezza delicatamente il viso…potrei giurare di averla sentita davvero.

Dopo, qualche gocciolina mi bagnò il naso e fu allora che capii quanto mi mancavi: quando i miei occhi si svegliarono e si posarono su quel grigio cittadino, il mio cuore senza ombrello si bagnò di quella pioggerellina fredda.

 

Il sole, quassù, in questi mesi invernali, è un miraggio; la mattina è proprio questo che mi manca: scostare le tende della mia finestra e vedere un cielo limpido, senza questa nebbia piatta.

Sai cos’altro è brutto? Non vedo il mare, nemmeno in lontananza, e non riesco ad intravedere neanche le montagne. Attorno a me ci sono solo palazzi giganteschi, gente frenetica, turisti in ogni angolo ed il rumore della metro.

Quando sono nella mia stanza (che proprio “mia” ancora non la sento), penso sia paradossale nascere nella tua culla verde ed azzurra, per poi lasciarla abbandonata per chissà quale letto scomodo di una casa condivisa.

Leggendo tutte queste parole, penserai – “ Allora perché non sei rimasta da me?”- È una questione di opportunità, di aspettative, di lavoro; priorità per cui, adesso, mi ritrovo catapultata dalle tue braccia calde a quelle fredde di una terra che mi fa sperare in un futuro migliore.

E scusami se non sono in grado di aiutarti nel farmi restare, ma ho bisogno di guardare avanti, di andare oltre i limiti che tu mi hai imposto.

 

A presto, mio caro Sud.

 

Jessica Cardullo

di Redazione UniVersoMe

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