Da quando se n’è andato, il 19 febbraio 2019, Karl Lagerfeld ha lasciato un vuoto immenso e incolmabile nel mondo della moda e la moda ora vuole celebrarlo.
A cominciare dall’amica Carine Roitfeld, che lo ha sostituito alla direzione creativa del brand Karl Lagerfeld e che pochi giorni fa – in occasione dell’amfAR 2019, evento di beneficenza che nel corso delle sue 25 edizioni ha raccolto oltre 220 milioni di dollari nella lotta contro l’AIDS – gli ha nuovamente dedicato un pensiero attraverso la sua pagina Instagram: “Karl, ci mancherai quest’anno all’amfAR”.
Ed è per questo che la moda intende rendergli omaggio attraverso una grande esposizione battezzata: “For Ever Karl”.
L’evento in sua memoria, annunciato in esclusiva dal magazine WWD, si terrà a Parigi all’interno del Grand Palais il 20 giugno 2019 durante la Paris Fashion Week dedicata alla moda Uomo.
Stando a quanto scrive WWD, si creerà uno spettacolo durante il quale saranno proiettati video dello stesso Karl Lagerfeld e interviste delle persone che hanno avuto l’onore e il privilegio di lavorare con lui assieme a performance di ballerini, musicisti, cantanti e attori. Sarà un momento che non avrà nulla a che vedere con una commemorazione tradizionale, ma sarà una serata speciale che prevede 2.500 invitati che celebreranno il suo immenso talento e la sua incredibile umanità.
Il ruolo di Direttore creativo dell’intera mostra è stato assegnato a Robert Carsen il quale ha dichiarato su WWD:
“Ciò che maggiormente emerge quando si parla di Karl Lagerfeld è la sua capacità di aver sempre tirato fuori il meglio degli altri, tutte le persone che hanno lavorato con lui mi hanno detto quanto fosse estremamente gentile e incoraggiante.
Era attento a tutti. Mi ha molto commosso il fatto di essere stato chiamato a organizzare un evento di tale importanza.
Un grandissimo onore, ma anche una sfida enorme. Sappiamo della sua importanza per Chanel, Fendi, del marchio Karl Lagerfeld e Chloé, ma questo evento vuole celebrare anche Karl come uomo stesso, l’artista che era, anche se non gli piaceva affatto essere chiamato in questo modo”.
Andrea Sangrigoli