Messina: la città dove la Storia gioca a nascondino

Inauguriamo con questa prima uscita sulla testata universitaria “UniVersoME” la rubrica “Messina da scoprire”, nella quale proporremo, con cadenza settimanale, approfondimenti tematici volti alla divulgazione del patrimonio storico, artistico e culturale della città di Messina, la città sede del nostro Ateneo. Scrivere di arte e cultura locale a Messina, è innanzitutto un atto d’amore e, per certi versi, una provocazione.

Messina è una città antichissima, con secoli di storia sulle spalle: ciò nonostante, oggi, la sua struttura urbana per la maggior parte ha su per giù appena un centinaio d’anni, essendo successiva al terribile terremoto del 28 dicembre 1908 che la rase al suolo pressoché totalmente, uccidendo circa 70.000 dei suoi abitanti e distruggendo buona parte dei principali monumenti storici. L’ammirevole fervore ricostruttivo dei primi decenni successivi al sisma dovette scontrarsi con il corso della storia di quel tumultuoso XX Secolo: due Guerre Mondiali, le difficoltà dei relativi dopoguerra, il progressivo degrado urbanistico (si pensi alla cementificazione selvaggia iniziata negli anni ’60 e forse non ancora conclusa…) hanno dato alla città il suo volto odierno, ed è un volto carico di cicatrici fin troppo evidenti.Scrivendo di Messina dunque, scriviamo di una città che, per uno sfortunato destino, è stata violentemente privata non soltanto di gran parte del proprio patrimonio artistico ed architettonico, ma, quel che è peggio, del rapporto con il proprio passato e quindi, inevitabilmente, con la propria cultura. Da qui la provocazione: che senso ha, dunque, parlare di Storia e di Arte in una città in cui l’Arte ha subito, dalla Storia, un così doloroso colpo?

Cercheremo insieme di trovare una risposta a questa domanda, guardando a ciò che Messina è stata in quel passato con cui il presente pare aver perduto contatto: un passato che inizia dalla Zancle degli antichi greci, e passa attraverso le molteplici dominazioni, bizantine, arabe e normanne, il Rinascimento, i fasti del seicento barocco, i secoli a venire nei quali Messina crebbe e fiorì come ricca città portuale, imprescindibile piazzaforte strategica, porta della Sicilia e del Mediterraneo. Di una storia cittadina così importante oggi non resta che qualche vaga traccia, mascherata nel contesto di una realtà urbana caotica e spesso trascurata: vestigia di un passato glorioso disseminate, e talvolta dimenticate, qua e là in un presente dai colori non troppo rosei. Eppure, forse proprio in questo risiede il fascino della nostra città: a Messina la storia e l’arte non vanno “addosso” al visitatore; si lasciano inseguire, si fanno cercare, e si rivelano solo a chi sa dove trovarle. Così, per esempio, mentre si attraversa un trafficato incrocio in pieno centro, fra Viale Boccetta e Via Cavour, si potrebbe senza accorgersene abbassare lo sguardo sull’elegante profilo settecentesco della Fontana della Pigna; o ancora, magari mentre si cerca parcheggio un po’ disorientati fra i vari sensi unici e le macchine in doppia fila, ci si potrebbe imbattere, in via Romagnosi, in una curiosa chiesetta risparmiata dai terremoti, dedicata a San Tommaso il Vecchio, datata 1531 ma la cui architettura tradisce origini più antiche, influssi arabi e bizantini; e se uscendo dalla sede dell’Università in centro ci si dirige verso il Duomo passando da via Venezian, seminascosto fra i rami degli alberi si potrebbe notare, ricostruito e murato, l’antico portale monumentale del collegio gesuita che di quell’Università rappresenta il primo nucleo storico; mentre se si entra in un palazzo al numero 171 di via I settembre si può avere la gradita sorpresa di trovarsi sopra la testa nientemeno che le campate gotiche della antica e perduta chiesa di rito greco di Santa Maria del Graffeo, inglobata nella struttura dell’atrio. Insomma, a Messina è come se la Storia, più che avere realmente fatto perdere le proprie tracce, si divertisse a giocare a nascondino: e quello che questa rubrica si propone di fare, almeno nelle nostre intenzioni, è guidarvi virtualmente in questo gioco, che speriamo possa tramutarsi, per chi è interessato, in una affascinante caccia al tesoro…

Gianpaolo Basile

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