Chi la dura la vince: la Nostra lotta contro la leucemia

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Come spesso succede, a discapito di quello che può sembrare, la ricerca italiana fa grandi progressi nell’ambito medico.

Questa volta parliamo di Leucemia, malattia che ha purtroppo un ruolo protagonista tra le patologie tumorali, soprattutto per quanto concerne l’ambito pediatrico. Questa patologia è caratterizzata da un’improvvisa proliferazione midollare che, però, non produce cellule della linea bianca (i globuli bianchi) mature ma immature. Queste cellule rimanendo in questo stato di immaturità non sono, chiaramente, funzionanti.

Esistono vari tipi di cellule bianche: tra queste un team di ricercatori del San Raffaele ne ha identificate alcune particolari facenti parte dei linfociti e chiamate ‘’memory stem T’’, che permangono a lungo tempo nell’organismo. Sono state quindi modificate geneticamente e programmate per uccidere selettivamente le cellule tumorali, consentendo inoltre, visto la lunga permanenza, la protezione del paziente stesso.

Tali risultati, a detta dello stesso Times, sono rivoluzionari. Era il 2002 quando l’ematologa Chiara Bonini, insieme al suo team, ha scelto 10 pazienti affetti da leucemia (precedentemente sottoposti a trapianto midollare) ed ha iniziato questo studio. I presupposti, per lei, erano ovvi: se già i linfociti sono programmati per eliminare le cellule tumorali, bisogna trovare un modo per potenziarne gli effetti e per renderli a lungo termine. La Bonini paragona questi linfociti modificati a dei ‘’soldati scelti’’, che una volta infusi ai pazienti non solo essi li guariscono, ma danno una protezione duratura anche contro possibili recidive, una sorta di vaccino.

Ovviamente non è stato tutto ‘’cotto e mangiato’’: ci sono voluti 12 anni e tanti fallimenti, ma finalmente sono arrivati i primi risultati positivi che hanno dimostrato la completa guarigione. Lo studio è stato presentato durante l’annuale conferenza dell’American Association for the advancement of science, a Washington ed ha già fatto il giro del mondo. Un altro po’ di pazienza, quindi, per i nostri pazienti: si attendono i finanziamenti per poter far diventare la ricerca da sperimentale a effettiva.

Ancora una volta, quindi, possiamo dire di essere orgogliosi delle nostre menti tutte italiane: chi la dura la vince.

Elena Anna Andronico

di Elena Anna Andronico

Elena Anna Andronico, Membro del Consiglio fondatore di UniVersoMe e co-responsabile di Radio UniVersoMe. Classe 1993, studio Medicina e Chirurgia e mi occupo della rubrica ''Scienza e Ricerca'' insieme al collega Gugliotta. Ho diverse passioni, dalla fotografia al pianoforte, dal nuoto alla scrittura. Quest'ultima, seppur è stata sempre un gioco, mi ha permesso di farmi conoscere attraverso la pubblicazione di un romanzo nel 2013. Ad oggi ho lavorato per RadioStreet, scritto per vari blog e testate giornalistiche no- profit. Il mio grande sogno è la chirurgia.

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