Antonello Gagini

Antonello Gagini: gentil scultore d’arte religiosa

Architettura. Scultura. Statuaria. Queste parole rimanderanno molti di voi al ricordo dei libri del liceo; altri immagineranno, invece, dei semplici agglomerati di marmo, argilla o pietra. Ma, vi è mai capitato di soffermarvi dinanzi ad un’opera – una qualsiasi opera – e chiedervi chi ne è l’autore e cosa lo ha portato a realizzarla? Oggi voglio parlarvi di Antonello Gagini: di chi era, di cosa faceva e di cosa ci ha lasciato.

In questo artista possiamo identificare il massimo esponente del rinascimento siciliano nell’ambito dell’architettura, della scultura e della statuaria.

Nasce a Palermo nel 1478, e già all’età di vent’anni si stabilisce a Messina avviando un’attività di commercio di marmo con la Toscana e la prima bottega di sculture in marmo.

La sua prima opera, l’Arco di Santa Cristina a Palermo, risale al 1477 per essere consegnata nel 1501, qualche anno prima della partenza per Roma. Sarà proprio nel 1505, infatti, che il Gagini compirà un viaggio nella capitale rimanendo impressionato dalle opere di Michelangelo Buonarroti, già maestro del padre Domenico.

Intorno al 1508, si ristabilisce nella città natale avviando un’organizzazione industriale che gli permetterà di fondare la Scuola gaginiana, alla quale aderiranno figli e nipoti, potendo così possedere due botteghe: una di queste utilizzata come cantiere di lavorazione, ed una seconda come punto di esposizione ed esportazione in tutta la Sicilia e la Calabria.

Nelle chiese Maria Maggiore e San Leoluca di Vibo Valentia possono essere, infatti, ammirate le tre rappresentazioni della Vergine Maria – la Madonna delle Grazie, la Madonna della Neve e la Madonna col bambino – e le figure di San Giovanni Evangelista e Santa Maria MaddalenaSan Luca Evangelista. Le sue opere di carattere religioso sono contraddistinte dal tentativo di rappresentare la bellezza della nascita di Gesù, il rapporto del bambino con la Vergine Madre, la presentazione al tempio, l’Annunciazione e i Santi Martiri.

In seguito ad alcune commissioni private e religiose nel territorio messinese, l’attività lavorativa dello scultore si stabilisce per via della forte presenza di scultori lombardi e toscani nella città di Palermo; fu proprio questa decisione a determinare il suo successo artistico e commerciale: a Gagini si deve essere impartito il merito di aver rinnovato, in chiave semplice ed elegante, le caratteristiche architettoniche del luogo ancora ispirate al periodo tardogotico.

Oltre che in molte località della provincia, come a Castroreale e Ficarra, alcune delle sue opere possono essere ammirate nel Museo Regionale di Messina, come la statua marmorea denominata “Santa Caterina d’Alessandria”; nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie di Bordonaro, ove è custodita la statua marmorea “Santa Maria delle Grazie”; e lungo la scalinata del Palazzo D’Alcontres, un altorilievo risalente al 1500. Originariamente commissionato sempre per Palazzo D’Alcontres è anche Lo Spinario, opera verosimilmente ispirata all’arte ellenistica, oggi collocata al Metropolitan Museum of art di New York.

 

 

Erika Santoddì

di Redazione Cultura Locale

Bellezze artistiche e paesaggistiche, personaggi celebri e curiosità messe nero su bianco per raccontare tutto ciò che c’è da sapere sulla città di Messina.

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