Esami, lauree, biblioteche e DAD: il Rettore risponde alle nostre domande

In merito alle nuove disposizioni d’Ateneo -in vigore dal 17 maggio- all’interno della comunità studentesca si è aperto un acceso dibattito soprattutto sulla decisione di svolgere gli esami esclusivamente in presenza a partire dal primo appello di giugno. A tal proposito, alcune associazioni (Atreju, Chirone, Gea, Must e Sud) hanno lanciato una petizione per richiedere la possibilità di svolgere gli esami in modalità blended. La petizione, che ha raccolto più di seimila firme, ha trovato anche l’adesione di chi è entusiasta di tornare in presenza a fare esami, ma crede che in un periodo così delicato la modalità mista possa tutelare il diritto degli studenti più svantaggiati.

Per rispondere alle numerose questioni emerse abbiamo deciso di intervistare il Magnifico Rettore.

Il Magnifico Rettore Salvatore Cuzzocrea. Fonte: archivio UVM

Molti atenei italiani stanno ripristinando le attività in presenza affiancandole a quelle online, lasciando la scelta a discrezione dello studente. Perché l’Università di Messina ha escluso a partire a giugno la modalità blended per gli esami? Non sarebbe stato meglio forse ripartire interamente in presenza dal prossimo anno aspettando che tutta la popolazione studentesca sia vaccinata?

Intanto vi ringrazio per avermi dato l’opportunità di interloquire con voi. La risposta sta nella sua domanda: l’Università di Messina come gli altri atenei sta ripartendo in maniera graduale. La modalità telematica viene mantenuta per le lezioni online, quindi i ragazzi, se fuori sede, non avranno nessuna necessità di correre per fare le lezioni in presenza, ma rimarrà la doppia possibilità. Nella stragrande maggioranza degli atenei del Nord Italia, quelli più colpiti dalla pandemia, già dal mese di maggio gli esami sono in presenza. Noi abbiamo ritenuto opportuno prendere tempo per ripartire a giugno. Se abbiamo deciso che vogliamo ritornare alla normalità non capisco quale sia il problema nel sostenere gli esami di presenza, anche perché noi vogliamo realmente dare tutto il supporto possibile. Ho anche chiesto al Ministro, in qualità di vicepresidente della CRUI,  di intervenire per la vaccinazione degli studenti di Farmacia, CTF, Scienze Biologiche che effettuano i tirocini nelle aziende sanitarie e sono in attesa di risposte. Abbiamo un centro vaccinale dell’Università pronto ad accogliere gli studenti per la vaccinazione, ma il problema è una scelta nazionale di categorie che non compete al Rettore.

Ha parlato di modalità online solo per alcuni casi e su richiesta del singolo studente. Quali categorie potranno beneficiarne? Come dovranno provare di non poter fare esame di presenza (dovranno presentare certificati, referti di tamponi, altra documentazione)?

Ovviamente se sei in quarantena, hai una patologia o sei fragile secondo legge e, quindi, non puoi recarti in sede, soltanto perché c’è la pandemia, puoi fare esame da casa. Se uno studente è positivo, ad esempio o è comunque in quarantena perché ha un parente positivo possiede naturalmente un’attestazione dell’ASP. Cosa può fare in quel caso?  Innanzitutto comunicare al professore di essere in quarantena fiduciaria con tanto di autocertificazione; qualora il professore volesse provare la veridicità della dichiarazione, lo studente può presentare l’attestazione ASP. Stessa cosa per studente in possesso di 104 o con provata disabilità o con patologia grave che può presentare un certificato medico. Naturalmente attenzione con le autocertificazioni: dichiarare il falso è reato.

Gli studenti fuori sede rappresentano una fetta importante dell’utenza dell’Università. Molti di loro però dall’inizio dell’anno accademico non hanno rinnovato un contratto d’affitto nella città di Messina. Come faranno a sostenere l’esame in presenza? Potrebbero richiedere anche loro l’esame online?

No, per una semplice ragione: non avrei un parametro univoco di riferimento. Ad esempio, se concedo la possibilità di fare gli esami online agli studenti fuori regione, alla fine chi sta a Villa San Giovanni o Reggio Calabria (e deve solo attraversare lo stretto) sosterrà l’esame a distanza e chi invece abita a Siracusa (molto più distante) dovrà recarsi in facoltà. Il mio provvedimento ha comunque già esonerato dal recarsi in presenza gli studenti stranieri e gli italiani residenti all’estero. Da parte nostra cercheremo di supportare i fuori sede: a breve avremo una riunione con l’ERSU per definire assieme la possibilità di concedere un alloggio agli studenti che vengono da molto lontano e hanno bisogno d’aiuto per il giorno prima dell’esame.

Ci può spiegare meglio questa proposta degli alloggi ERSU?

La scelta di un accordo con l’ERSU è nata per venire incontro a quei ragazzi che sono molto distanti dalla regione tramite un sistema di prenotazione di camere. Ad esempio, lo studente fuori sede potrebbe prenotare per una notte, arrivare, dormire la sera prima dell’esame e andarsene subito dopo. Altra soluzione sarebbe Villa Amalia, per la quale ho già scritto al Policlinico. Villa Amalia è una struttura che stiamo utilizzando per ospitare i medici e gli infermieri che curano i malati di Covid. Se la situazione migliorerà, la struttura potrebbe essere libera, pronta per la sanificazione e per ospitare i ragazzi che devono sostenere gli esami.

Villa Amalia

 

Molti nostri coetanei aspettano l’allentamento delle misure restrittive. Altri però stanno limitando uscite e contatti perché impauriti o per tutelare i parenti più fragili. In che modo rassicurerebbe, in qualità di Rettore, questi giovani maggiormente colpiti a livello psicologico dalla pandemia?

Innanzitutto tutti noi dobbiamo spingere per la campagna vaccinale perché i vaccini sono l’unica soluzione per difendere i nostri cari. Inoltre, il rischio non risiede soltanto all’Università, dove gli studenti verrebbero a fare esame in presenza, ma anche in altri luoghi frequentati dagli studenti stessi (bar, negozi ecc). Possiamo dire che l’Università proseguirà con le misure anti-Covid necessarie per garantire la sicurezza dei ragazzi (controllo della temperatura, sanificazione con il gel, mantenimento delle distanze). D’altro canto non si può combattere la pandemia non vivendo, ma vivendo con accortezza.

Da molti mesi il DICAM (Dipartimento Civiltà Antiche e Moderne) è stato sottoposto a lavori di ristrutturazione. In quale sede faranno esame gli studenti delle facoltà in merito?

Intanto monitoriamo giorno per giorno l’andamento dei lavori da qui a giugno. L’alternativa principale sarebbe ricorrere alla sede di Farmacia, situata sempre all’Annunziata, ma considereremo eventualmente anche soluzioni quali l’Aulario, i locali di Economia o qualsiasi altro spazio disponibile per garantire a professori e studenti il corretto e agevole svolgimento egli esami.

Qualche anticipazione sulle lauree? Si faranno in presenza? Quanti spettatori saranno consentiti? Si potrà ricorrere a una diretta streaming?

La laurea, trattandosi pur sempre di un esame, si svolgerà in presenza. Finché non cambiano le cose, sono previsti solo 5 parenti per ogni candidato. Ma possiamo anche organizzare le dirette streaming, anzi, si sta pensando di organizzarle e ne discuteremo in Senato.

Si è parlato di far ripartire l’accesso alle biblioteche. Naturalmente gli studenti necessitano di ampi spazi da poter utilizzare in totale sicurezza. A che punto è il progetto dell’ex Banca d’Italia?

Me ne occuperò la settimana prossima quando assieme alla mia squadra valuterò una bozza di progetto. Verificata la fattibilità, potremo procedere con i lavori.

Ex Banca d’Italia

Qualcuno ha parlato della possibilità di utilizzare la didattica a distanza anche nel futuro post- pandemia. Lei cosa ne pensa? Quali a suo avviso vantaggi e limiti delle Dad?

L’Università italiana sta riflettendo molto a proposito e così stiamo facendo al nostro interno. Probabilmente istituirò un tavolo tecnico, coordinato dal professore Moschella, con i direttori dei dipartimenti per affrontare la questione. La tecnologia ci può agevolare, può essere un’ottima risorsa per le facoltà umanistiche dove non c’è obbligo di frequenza o per i master online che consentono di raggiungere una marea di persone attraverso il sistema digitale. Il discorso cambia per facoltà come Biologia, Farmacia, Ingegneria ecc. dove la presenza è necessariamente richiesta e fondamentale è l’attività pratica. La Dad non sarà totalmente cestinata: si utilizzerà per garantire registrazioni di lezioni in presenza a studenti che non possono partecipare, ma ad ogni modo non sarò io il Rettore che trasformerà l’Università di Messina in un’Università telematica. Continuo ad essere convinto che la vita accademica all’interno delle strutture universitarie è occasione di crescita imprescindibile tramite cui non si smette mai di imparare, confrontandosi a tu per tu, guardandosi negli occhi. 

Università di Messina: sede centrale

La pandemia ha stravolto i paradigmi della nostra società. Come potrà l’Università di Messina guidare i giovani nel processo di ricostruzione? Si creerà un legame ancora più stretto tra Università e Pubblica Amministrazione?

Certamente sì. Ho partecipato come vicepresidente del CRUI a un evento Microsoft dedicato alla questione. Ad oggi nel mondo del lavoro sono richieste determinate competenze tecnologiche che il 60 % degli studenti non possiede. Dobbiamo cambiare paradigma perché la formazione che ho avuto io oggi non è più adeguata e anche chi studia medicina deve avere nozioni di digitale, di informatica. Perciò lo slogan con cui mi sono candidato “insegniamo ciò che serve, non ciò che sappiamo” diventa conditio sine qua non per formare voi che sarete i Rettori del domani, i dirigenti del domani, i professionisti del domani.

Ringraziamo il Rettore per la consueta disponibilità nel fornire chiarimenti e anticipazioni sulle scelte e sulle novità che coinvolgono il nostro Ateneo.

Angelica Rocca, Mario Antonio Spiritosanto

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